Il recruiter ha un nuovo collega: il chatbot

Le nuove frontiere del settore

Il Recruitment è uno dei settori per cui la rivoluzione digitale si unisce ad un vero e proprio cambio di paradigma. Il report sui Global Recruiting Trends 2018 pubblicato da LinkedIn parla di “new era of recruiting”. Nuove tecnologie e una nuova visione del processo di selezione della risorsa innervano le membra di una struttura organizzativa sempre più evoluta e raffinata.

Il ruolo del recruiter è tra i più delicati e determinanti per il futuro di un’azienda; capacità decisionali, predittive, intuitive, strategiche: queste le doti professionali che gli si richiedono. Il buon recruiter sa vedere oltre il dato, dietro ad una voce sul curriculum sa intravedere un futuro aziendale, l’inizio di una percorso. I dati sono la sua materia prima. Se questi si presentano come un’enorme massa indefinita, eterogenea per forma, canale e contenuto, il recruiter vedrà gran parte del proprio tempo inghiottito da un’attività archivistica estranea alla sua professionalità.

Con dati già ordinati e pre-categorizzati, presentati in una veste facilmente fruibile, le sue ore e le sue energie saranno invece ottimizzate al massimo. Affidare questa fase preparatoria all’automazione è l’obiettivo primario della rivoluzione digitale. Lasciando all’umano ciò gli è veramente proprio. Il recruiter che può contare su di uno strumento che pre-selezioni i candidati migliori sulla base dei criteri che lui stesso ha individuato potrà investire più tempo e risorse nella conoscenza diretta di questi ultimi, potrà dedicare loro quella cura e quell’attenzione tutta umana che costituisce il primo, indispensabile tassello della costruzione del rapporto risorsa-azienda.

Sempre secondo il report sui Global Recruiting Trends 2018, i mezzi che rendono possibile questa rivoluzione sono:

  • Nuove tecniche di intervista, pensate per ricreare contesti più informali e per fare emergere le soft skills del candidato
  • Analisi dei dati
  • Intelligenza Artificiale, nell’ottica di ottimizzare i tempi delle fasi di recruiting più onerose e di garantire l’oggettività

Che ruolo giocano i chatbot in questa rivoluzione?

I chatbot hanno tutte le carte in regola per essere uno strumento cardine di questa rivoluzione. La nostra idea di chatbot al servizio del recruitment opera infatti su più livelli del processo, in perfetta sinergia con i recruiter umani.

Il chatbot infatti può:

  • Gestire l’intera interview col candidato, gestendo un percorso dinamico, che si rimodula ad ogni risposta del candidato
  • Far convergere i dati acquisiti su una piattaforma gestionale strutturata secondo le esigenze del recruiter
  • Eseguire un primo screening in base ai requisiti richiesti da ciascuna posizione
  • Rispondere alle domande del candidato sull’azienda e sulla posizione per cui si sta candidando
  • Eseguire un test sulle skills del candidato

Ma il recruiter umano deve avere il completo controllo di tutte le fasi del processo di selezione: se la direzione è quella di superare le procedure stereotipe e standardizzate del passato, il chatbot non può essere uno strumento rigido, frutto di un’elaborazione una tantum. Ed è per questo che parliamo di sinergia chatbot-recruiter.

Il recruiter infatti:

  • Ha il pieno controllo sulla fase di interview del candidato: tra le numerose scelte a sua disposizione vi è la possibilità di richiedere al candidato di caricare file in chat (cv, certificazioni, attestati) e di registrare file audio.
  • Progetta percorsi dinamici, calibrati sulle risposte del candidato.
  • Crea, aggiunge e modifica le Job in tempo reale dalla piattaforma gestionale del bot, in completa autonomia.
  • Predispone per ciascuna Job i filtri specifici che gli consentiranno di automatizzare le prime fasi di screening.
  • Può consultare e valutare in tempo reale le candidature direttamente dalla piattaforma gestionale del chatbot.

Ma com’è essere intervistati da un chatbot?

La prima fase del processo di Recruitment si gioca infatti, anche per il candidato, interamente sulla condivisione di dati e informazioni. Vediamo dunque se, anche dalla sua prospettiva, un chatbot può essere uno strumento di ottimizzazione. Avere il suo primo colloquio con un chatbot significa, per il candidato:

  • Certezza di condividere col selezionatore solo e soltanto informazioni pertinenti, obiettivo primario del candidato nel suo primo contatto col recruiter.
  • Vantaggi logistici: la candidatura può essere presentata da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, da qualsiasi device connesso a internet
  • Garanzie di oggettività e uniformità: il colloquio non può subire variazioni arbitrarie legate al fattore umano, nessun bias cognitivo rischia di inquinare la procedura
  • La naturalità e la linearità di una conversazione: la familiarità del mezzo chat, le domande poste in sequenza, una per volta, contribuiscono a far sentire il candidato a proprio agio
  • Avere a che fare con una viva voce dell’azienda: il tone of voice e l’intero modo di porsi del chatbot possono essere personalizzati e curati in ogni dettaglio, in modo da rispecchiare appieno la personalità aziendale

Considerando questi aspetti ci sentiamo quindi di dire che un chatbot rappresenta un valore aggiunto anche per il candidato.

Il futuro è oggi

La nuova era del Recruitment è già cominciata. L’Intelligenza Artificiale è tra i primi vettori di questo cambiamento. Per il report sui Global Recruiting Trends 2018 il 76% degli esperti di HR pensa che l’apporto dell’AI sul settore sarà significativo. I chatbot stanno rivoluzionando la Candidate Experience proponendo una sintesi unica tra umano e digitale. Secondo Juniper Research entro il 2022 i chatbot saranno in grado di ridurre i costi del Recruitment di 8 miliardi. Oggi l’apporto dell’AI trova il suo più naturale campo di applicazione nelle prime fasi del processo di selezione, per poi passare il testimone al recruiter umano, portatore di un valore aggiunto di intuito, empatia e capacità valutative per ora insostituibile. Ma non escludiamo affatto che in futuro l’intelligenza artificiale giochi un ruolo sempre più importante anche in fasi più avanzate del processo.

La strada è ormai tracciata. In collaborazione con i Recruiter delle aziende Clienti, Heres ha sviluppato nuove features di prodotto per l’avvio del nuovo dominio “Chatbot Recruitment”; il prodotto continuerà ad arricchirsi di funzionalità determinate dai needs dei nostri Clienti e dalle nuove possibilità offerte dalla tecnologia.

Siamo ufficialmente entrati nella New Era of Recruiting offrendo un cambio di paradigma grazie al quale una Intelligenza Artificiale diventa a tutti gli effetti un collega utile e prezioso che aiuta il recruiter umano a trovare il giusto candidato.

Agostina: un chatbot per il Centro Medico Santagostino

La cura della propria salute è spesso essa stessa fonte di stress. Nella quotidiana gestione della nostra routine medica non sempre le procedure sono semplici e veloci quanto vorremmo. Anche quando si ricorre alla sanità privata.

Non sempre, infatti, la navigazione di un sito è agile ed immediata e gli operatori del customer service non possono essere sempre disponibili. Per questo, il Centro Medico Santagostino, realtà di punta nella sanità privata italiana, ha deciso di affidarsi ad una terza soluzione. Con la semplicità d’uso di una chat basata sul linguaggio naturale e attiva 24 ore su 24, Agostina è l’assistente virtuale del Centro Medico Santagostino, creata per guidare gli utenti nella gestione delle proprie prenotazioni e per rispondere alle loro domande.

Nata dalla necessità di venire incontro alle esigenze di tempestività dell’utente e al contempo di alleggerire il carico di lavoro degli operatori di front-office, Agostina è un bot che va dritto al punto: a chi entra in chat è subito chiaro in cosa l’assistente possa aiutarlo. Se il suo obiettivo rientra nel perimetro gestionale di Agostina, vi sarà condotto in pochi click.

Le tre principali funzioni operative del bot sono infatti presentate all’utente fin dall’accoglienza in chat. Per quanto riguarda la richiesta di informazioni, ci si può tanto affidare alla guida di Agostina, che propone uno snello albero di navigazione per accedere al suo dominio conoscitivo, quanto porre direttamente la domanda di proprio interesse.

Difficile sentirsi disorientati.

Cosa può fare Agostina?

Agostina il chatbot booking del centro medico santagostino

Agostina è in grado di:

  • connettersi ai dati di un utente tramite una procedura di identificazione veloce, semplice e sicura.
  • cancellare o spostare un appuntamento
  • prenotare una visita, proponendo le soluzioni più adatte ad ogni utente in base alla sua storia clinica
  • rispondere a domande sulle convenzioni, sui contatti, sulle prestazioni del Centro medico
  • orientare l’utente tra le numerosi sedi del centro medico, grazie ad uno Store Locator che gli consente svariate opzioni di ricerca.

Per risultare il più possibile funzionale, immediata, non dispersiva, Agostina integra, dove necessario, la linearità di una chat con alcune funzionalità tipiche di un sito.

Una veste grafica chiara e sintetica ed un agile motore di ricerca, uniti alla cura nello strutturare un flusso conversazionale lineare, ma che al contempo garantisca sempre all’utente la possibilità di rivedere le proprie scelte, rendono l’uso del chatbot del Centro Medico Santagostino estremamente intuitivo.

Grazie al quotidiano monitoraggio e all’attenta analisi della sua attività ad opera del team di Heres, Agostina è infatti in costante evoluzione. Ed Heres con lei.

Heres al Digital Health del 10 ottobre 2018

Il 10 Ottobre, alla Microsoft House, si parlerà di Digital Health. Non sarà il solito evento sul futuro di qualcosa, ma si parlerà del presente, di ciò che già oggi c’è nel mondo digitale al servizio della sanità ma che molti ancora ignorano.

E nello scenario italiano del Digital Health il presente è anche Heres, che ha avviato due progetti fortemente innovativi nel settore, portando l’intelligenza artificiale nel mondo della Sanità.

Agostina: l’assistente virtuale del Centro Medico Santagostino che prenota le visite, le modifica e le cancella

Grazie a Heres, il Centro Medico Sant’Agostino sarà la prima struttura sanitaria in Italia a utilizzare l’Intelligenza Artificiale per prenotare, modificare o cancellare esami e visite mediche.

Integrandosi con il sistema di prenotazione il chatbot gestisce le operazioni di booking in totale autonomia, consentendo al paziente di scegliere in base alla sede, al suo Medico di fiducia o alla data più vicina. Alla fine del percorso, il bot invia la mail con i dettagli della prenotazione e il giorno prima dell’appuntamento invia un reminder al paziente, ricordandogli la visita e raccomandandogli di portare i documenti necessari.

Se il paziente vuole rinviare o cancellare la prenotazione, il bot gli propone la prima data disponibile e in pochi passaggi il cambio è fatto.

Gaia: il bot a supporto dell’operatore sanitario e del paziente

Anche Gipo, il software gestionale per poliambulatori, entra nella Chatbot Era. Insieme a Heres è stato concluso il progetto che prevede l’implementazione di un Support Chatbot che aiuta l’operatore sanitario nella gestione del tool Gipo e delle sue funzionalità grazie a dei tutorial, oltre a prendere in carico segnalazioni di problematiche e bug. Ma non solo: il passo successivo sarà il supporto al paziente. Anche in questo caso Gaia si integra con le agende dei Dottori e gestisce prenotazioni e cancellazioni, consentendo una gestione immediata e veloce di tutto il processo di booking.

Supporto per i clienti tenant, ma anche lead generation per chi entra nel sito e si informa sul prodotto. Ai clienti demo, invece, il bot fornisce un supporto, ma chiede anche un feedback sul software e raccoglie i punti deboli e le criticità riscontrate dall’end-user.

Save the date 10/10/2018

L’evento a Roma, alla Microsoft House in viale Avignone 10, è gratuito e aperto a tutti. Maggiori informazioni qui

Venite a trovarci!

I Chatbot di Heres tra NLU e Wizard

Approccio NLU o Modalità Wizard? Domande in libertà o percorso guidato? Su quale tecnologia puntare per dare ai chatbot una marcia in più? Se il mondo digital sembra ormai unanime nell’individuare nei chatbot uno dei prodotti destinati a rivoluzionare l’interazione tra brand e consumatori, sembra invece dividersi su quale sia la tecnologia in grado di produrre risultati più efficaci nell’ambito di tale rivoluzione. Facciamo quindi un po’ di chiarezza sulle due modalità conversazionali più usate al momento: di seguito ne evidenziamo i punti di forza e di debolezza individuati dal team di Heres sulla base della propria esperienza.

NLU: domande in libertà tra entusiasmo e rischio

L’approccio basato sull’NLU lascia gli utenti liberi di porre qualsiasi domanda e si concentra quindi sul comprendere ciò che questi scrivono. L’NLU (Natural Language Undestranding) è infatti la branca della Linguistica Computazionale che si occupa di studiare soluzioni che permettano a esseri umani e macchine di interagire utilizzando il linguaggio naturale sfruttando l’Intelligenza Artificiale.

Esempio di smalltalk con approccio NLU
Esempio di smalltalk con NLU

Com’è facile immaginare, un sistema basato su questa tecnologia suscita sorpresa ed entusiasmo nell’utente. Allo stesso tempo, però, il rischio di fraintendere ciò che questi ha scritto in chat è alto e il contenuto della risposta, di conseguenza, potrebbe soddisfare solo parzialmente, in quanto la necessità di chi scrive potrebbe discostarsi in modo più o meno palese da quella intesa dall’interfaccia conversazionale. In aggiunta, potrebbe non risultare abbastanza chiaro quali risposte il chatbot sappia fornire: l’utente potrebbe porre domande fuori dominio e magari non porne nessuna sugli argomenti previsti. Nella seguente tabella abbiamo riassunto questi punti in un’analisi SWOT che mette in luce punti di forza, debolezza, opportunità e minacce dell’approccio NLU.

Analisi swot con punti di debolezza e di forza dell'approccio wizard e NLU

Wizard: guidare l’utente a una risposta significativa

La modalità Wizard è una soluzione alternativa che sopperisce alle difficoltà dell’NLU, lasciando al chatbot il compito di guidare l’utente in un percorso conversazionale progettato sulla base di un’attenta analisi del dominio e di un’accurata previsione delle necessità dell’utente. Ecco di seguito, come esempio, un percorso conversazionale in cui suggeriamo all’utente gli argomenti più cercati e dopo il click su “Cerco punti vendita” proseguiamo fornendo gli store più vicini a chi scrive, suggerendo poi ulteriori criteri di ricerca.

Esempio di chat con geolocalizzazione e wizard
Esempio di chat con geolocalizzazione e approccio wizard

Se da una parte la sua libertà viene così limitata, è comunque l’utente che determina la direzione che la conversazione prenderà, cliccando sull’opzione che più interpreta le proprie necessità tra quelle suggerite dal chatbot. La capacità di comprendere l’intenzione dei clienti risulta così molto più precisa e la risposta fornita dal chatbot molto più significativa. Questo perché, in base ai bisogni manifestati dall’utente, è possibile approfondire gradualmente l’argomento di conversazione, un livello dopo l’altro.

Analisi swot con punti di debolezza e di forza dell'approccio wizard e NLU

L’approccio ibrido di Heres come soluzione ottimale

Allo stato attuale della tecnologia, entrambi gli approcci hanno pro e contro e danno priorità a esigenze diverse. Nessuno dei due, però, spicca rispetto all’altro per efficacia o capacità di soddisfare totalmente i bisogni degli utenti finali di un chatbot. Lavorando in ottica user first, il nostro obiettivo è offrire la migliore UX possibile. Per questo in Heres abbiamo scelto di utilizzare un approccio ibrido per i nostri chatbot, optando per soluzioni flessibili e in grado di adattarsi a domini e clienti diversi. Nei chatbot di Heres l’utente viene inserito in un percorso conversazionale pensato ad hoc, da cui può discostarsi in qualsiasi momento ponendo domande in base ai propri interessi. Grazie a quest’approccio, infine, l’utente può scegliere se dialogare in modalità text oppure passare alla modalità voice, comunicando con il bot tramite comandi vocali.

esempio di wizard per shop assistant
esempio di wizard per shop assistant

Questa soluzione ibrida permette di limitare le incomprensioni dovute all’NLU e di giocare con il Wizard per intrattenere l’utente e guidarlo verso contenuti significativi e completi, senza tuttavia limitare né la libertà di espressione dell’utente né l’entusiasmo suscitato da un dialogo naturale con un chatbot.

Ecco un riepilogo che espone a colpo d’occhio pro e contro emersi dal confronto diretto tra queste due modalità.

Pro e contro dei due approcci NLU e Wizard

Leggi il nostro articolo su come dare voce a un chatbot in quattro step.

Heres al Netcomm Forum

Anche Heres sarà presente al Netcomm Forum, il Digital Commerce Retail Event che ogni anno raduna i players più importanti sul tema della trasformazione e dell’innovazione digitale nell’eCommerce. Tra le sfide contemporanee una delle principali è l’applicazione dell’intelligenza artificiale per ottimizzare il customer service e più in generale l’esperienza d’acquisto dei Clienti.

Grazie ad una Soluzione Enterprise per lo sviluppo di Chatbot, Heres è in grado di intervenire su entrambi gli ambiti, riducendo i costi del customer service grazie ad un task-bot che agisce in sinergia con gli agenti umani e un Virtual Shop Assistant che abilita nuove modalità di interazione e di acquisto in-site e out-of-site.

Smart Customer Service

Ordini, consegne, resi e rimborsi: il nostro chatbot non solo è in grado di rispondere velocemente a domande facili e ripetitive ma anche di svolgere operazioni più complesse e importanti, come cancellare un ordine o fare un reso,abbattendo i costi e i tempi di attesa. Per questo motivo ci piace definirlo Task-Bot.

esempio di chat smart customer service

Virtual Shop Assistant

Acquistare direttamente tramite voice dal proprio Home Device o farsi aiutare dal Virtual Shop Assistant a trovare il prodotto ideale: il bot chiede al cliente quali sono i suoi gusti e le sue esigenze, individua il prodotto perfetto per lui e lo accompagna fino alla conclusione dell’acquisto. Inoltre, integrandosi con il CRM e la marketing automation del Cliente, il chatbot è in grado di agire proattivamente sull’utente finale, ad esempio notificandogli la disponibilità di un prodotto che aveva cercato o consegnandoli sconti e promozioni.

esempio di virtual shop assistant

Multichannel

Customer Service, Shop Assistant ma anche Multicanalità. Il nostro prodotto si integra con tutti i channel: website, app, Facebook, Skype, Telegram, home assistant. Tanti canali, un unico pannello, che consente all’operatore di visualizzare e monitorare tutte le conversazioni e “scalare” in qualsiasi momento, sostituendosi provvisoriamente al bot e affidandogli di nuovo il cliente quando lo riterrà più opportuno.

Al Netcomm Forum sarà possibile conversare con i nostri Agenti Virtuali, provarne l’efficacia e la profondità di dominio e visionare la Console e le numerose features incluse.

Vieni a trovarci allo stand R15, Livello 0!

Heres al Digital Health: 30 maggio 2018

Il 30 maggio, alla Microsoft House, si parlerà di Digital Health. Non sarà il solito evento sul futuro di qualcosa, ma si parlerà del presente, di ciò che già oggi c’è nel mondo digitale al servizio della sanità ma che molti ancora ignorano.

E nello scenario italiano del Digital Health il presente è anche Heres, che ha avviato due progetti fortemente innovativi nel settore, portando l’intelligenza artificiale nel mondo della Sanità.

Agostina: l’assistente virtuale del Centro Medico Santagostino che prenota le visite, le modifica e le cancella

Grazie a Heres, il Centro Medico Sant’Agostino sarà la prima struttura sanitaria in Italia a utilizzare l’Intelligenza Artificiale per prenotare, modificare o cancellare esami e visite mediche.

Integrandosi con il sistema di prenotazione il chatbot gestisce le operazioni di booking in totale autonomia, consentendo al paziente di scegliere in base alla sede, al suo Medico di fiducia o alla data più vicina. Alla fine del percorso, il bot invia la mail con i dettagli della prenotazione e il giorno prima dell’appuntamento invia un reminder al paziente, ricordandogli la visita e raccomandandogli di portare i documenti necessari.

Se il paziente vuole rinviare o cancellare la prenotazione, il bot gli propone la prima data disponibile e in pochi passaggi il cambio è fatto.

Gaia: il bot a supporto dell’operatore sanitario e del paziente

Anche Gipo, il software gestionale per poliambulatori, entra nella Chatbot Era. Insieme a Heres è stato concluso il progetto che prevede l’implementazione di un Support Chatbot che aiuta l’operatore sanitario nella gestione del tool Gipo e delle sue funzionalità grazie a dei tutorial, oltre a prendere in carico segnalazioni di problematiche e bug. Ma non solo: il passo successivo sarà il supporto al paziente. Anche in questo caso Gaia si integra con le agende dei Dottori e gestisce prenotazioni e cancellazioni, consentendo una gestione immediata e veloce di tutto il processo di booking.

Supporto per i clienti tenant, ma anche lead generation per chi entra nel sito e si informa sul prodotto. Ai clienti demo, invece, il bot fornisce un supporto, ma chiede anche un feedback sul software e raccoglie i punti deboli e le criticità riscontrate dall’end-user.

Save the date 30/05/2018

L’evento a Milano, alla Microsoft House in via Pasubio 21, è gratuito e aperto a tutti. Maggiori informazioni qui.

Venite a trovarci!

Chatbot e GDPR: Heres è nata pronta

Come noto, a partire dal 25 maggio entrerà in vigore il GDPR. E il nuovo regolamento sulla protezione dei dati si applica ai chatbot come a qualsiasi altra applicazione online.

Da oltre un anno in Heres abbiamo istituito un tavolo di lavoro con i nostri legali per analizzare e includere tutte le specifiche necessarie a minimizzare i rischi, questo mentre il software stesso veniva sviluppato: questo significa che la nostra tecnologia applica una data protection by default, perchè è stata realizzata pensando alla protezione dei dati in ottica GDPR fin dalle fasi iniziali del progetto.

Rivolgendoci a una Clientela Enterprise questo era per noi elemento imprescindibile e non ci siamo limitati ad aspetti tecnici, ma siamo intervenuti per proteggere la privacy a livello contrattuale, sulle informative e sui processi organizzativi.

Privacy

Heres agisce come responsabile del trattamento. Tutti i dati sono di proprietà del Cliente, che ne è titolare, e la nostra contrattualistica illustra nei minimi dettagli il modo in cui i dati vengono gestiti.

La comunicazione agli Utenti finali sulle finalità di utilizzo dei dati è chiara ed esplicita nei consensi brevi e dettagliata nell’informativa estesa.

A questo si aggiunge un lavoro congiunto che svolgiamo con i nostri Clienti come parte del percorso progettuale volto a integrare le informative delle loro properties digitali.

Anonimizzazione

Abbiamo introdotto un sistema di criptaggio, ovvero pseudo-anonimizzazione dei dati presenti nelle conversazioni tra il bot e gli utenti, che inibisce alle terze parti la ricezione dei dati personali degli utenti.

Anche gli indirizzi IP vengono anonimizzati eliminando l’ultimo blocco prima di salvataggio dei dati.

Accesso e cancellazione dei dati

Abbiamo reso disponibile per i nostri Clienti l’accesso ai log contenenti tutte le informazioni processate e reso semplice la cancellazione dei dati in qualsiasi momento.

Data processor compliance

I nostri provider per quanto concerne l’hosting, NPL e le analytics sono tutti GDPR compliant.

Organizzazione

Il nostro team segue delle procedure interne stringenti che abbiamo definito insieme per aumentare il livello di protezione dei dati che scambiamo con i nostri Clienti.

Chatbot o Task-Bot?

Facciamo un po’ di chiarezza in questa Chatbot Revolution

Se il 2017 ha visto l’ingresso dirompente dei chatbot nel mondo del business, il 2018 li vede in rapida ascesa. Di chatbot ce ne sono davvero per tutti i gusti e vengono utilizzati con più o meno successo in tantissimi campi, dal customer service, al booking, passando per l’e-commerce e arrivando alla public administration e al recruitment. Gli utenti si stanno abituando sempre di più a interagirci su piattaforme social e siti web: secondo Business Insider, il 45% degli end users sceglie i bot come modalità di comunicazione principale per richieste di customer service. Conosciamo già i grandi vantaggi che questa tecnologia può apportare al business aziendale; senza dimenticare che sono sempre di più le aziende che dichiarano di usare chatbot o pianificare la loro implementazione.

Ormai è chiaro che siamo davanti ad una vera e propria Chatbot Revolution. Ma cosa sanno e possono fare veramente i chatbot? Siamo davvero in grado di orientarci tra le tipologie esistenti? In questo articolo cercheremo di fare ordine tra i chatbot più utilizzati e definiremo i campi in cui le loro funzionalità possono risultare più utili ed efficaci.

Pronti? Cominciamo!

Abbiamo individuato quattro differenti tipologie di chatbot, basate su due criteri di valutazione: l’integrazione con sistemi di terze parti e la profondità conversazionale. Ecco le 4 macro categorie di chatbot che sono emerse organizzando la nostra analisi su due assi cartesiani: Faq-Bot, Conversational-Bot, Command-Bot e Task-Bot.

I diversi tipi di chatbot: Command bot, Task bot, Faq bot e Conversational bot

Faq-Bot

La prima tipologia di chatbot che incontriamo è caratterizzata dal livello più basso sia di profondità tecnica che di profondità conversazionale: quello che fa è comprendere le richieste degli utenti e rispondere con FAQ preconfezionate e stabilite dal cliente. La tecnologia dei Faq-Bot non prevede l’utilizzo di contesti e connettori e non si integra con le diverse piattaforme utilizzate dai clienti. Il risultato è una conversazione one-step che non tiene in memoria i dati forniti dall’utente, così come i passaggi e i temi precedentemente discussi. In pratica la pagina delle FAQ di un’azienda viene trasformata in un chatbot capace di attivare conversazioni guidate con gli utenti e automatizzare in parte il customer service aziendale.

Lo scopo principale di questa tipologia di chatbot è quello di risolvere il problema del cliente il prima possibile, fornendogli real time tutte le risposte che cerca. Tuttavia, le conversazioni one-step tipiche dei Faq-Bot possono risultare più aride e meno gradevoli. Nonostante le aziende possano potenzialmente risparmiare tempo, forze e denaro, i bot di questo genere hanno funzionalità limitate e raggiungono risultati altrettanto limitati in termini di customer engagement e di customer experience.

Command-Bot

La seconda categoria racchiude i bot che abbiamo definito Command-Bot. A differenza dei precedenti, questi bot utilizzano una tecnologia che permette l’integrazione con i sistemi di gestione utilizzati dal cliente e sono pensati per funzionare attraverso l’utilizzo di codici specifici. Gli utenti possono scrivere una serie di comandi, ai quali il bot associa azioni anche complesse. Qualche esempio? I Command-Bot possono tenere traccia dei to-do, cercare un file nei Google Doc o impostare un reminder.

Tuttavia, questa tipologia presenta un limite evidente: non si basa su sistemi Nlp e Machine Learning e quindi non riconosce e non comprende il linguaggio naturale. Questo vuol dire che per chiedere al bot di eseguire un qualsiasi comando è necessario utilizzare una sintassi specifica (Es. //open_file, */send_doc). L’aspetto conversazionale è quindi inesistente e non sono previsti sinonimi e varianti, né sono contemplati errori di digitazione.

Conversational-Bot

Se lo scopo del tuo brand è quello di attirare nuovi consumatori e aumentare l’engagement di quelli già acquisiti, i Conversational-Bot sono ciò che fanno al caso tuo. Infatti, questi bot hanno una maggiore capacità e profondità conversazionale se paragonati ai Faq-Bot e ai Command-Bot poiché predisposti alla simulazione di conversazioni anche molto complesse. Risultano utili per il brand positioning, brand storytelling, nonché per intercettare nuovi target di consumatori(i millennials ad esempio). Hanno una maggiore percentuale di presenza rispetto alle altre tipologie finora analizzate e li si può trovare quasi esclusivamente su Facebook Messenger. A differenza dei Faq-Bot, non sono stati pensati per rispondere solamente a domande frequenti, bensì per intrattenere gli utenti, fornendo al tempo stesso informazioni utili. I campi d’applicazione sono potenzialmente infiniti, dai consigli sui libri da leggere e i film da guardare al life style, passando per le news e la cucina.

Le criticità legate ai Conversational-Bot riguardano l’impossibilità di andare oltre il mero intrattenimento: non possiedono connettori e non prevedono alcuna integrazione con i tool informativi di terze parti. Di conseguenza, non sono in grado di eseguire task o operazioni complesse.

Task-Bot

Infine, troviamo i Task-Bot, che offrono la miglior combinazione di tutti gli elementi caratterizzanti i diversi chatbot appena descritti. Ma cosa sa fare davvero un Task-Bot e perchè è diverso dagli altri?

Innanzitutto, questa tipologia di chatbot si basa su un Artificial Intelligence platform proprietaria e ha sviluppato un’elevata capacità e profondità conversazionale grazie all’integrazione con la soluzione NLP più avanzata, Google Api.ai, in grado di comprendere ogni conversazione in qualsiasi contesto grazie al processo di deep learning. Tramite i connettori, il Task-Bot è in grado di integrarsi con le piattaforme gestionali del cliente (come Magento, SAP, Salesforce, Hybris, Zendesk, Qapla), nonchè con i tool informativi CRM, CMS ed ERP. Queste integrazioni permettono ad esempio la gestione di database prodotti, store locator, opening times e molto altro. Inoltre, l’architettura conversazionale ha il valore aggiunto di funzionare con memoria, contesti, logiche e slot-filling.

Bot con queste caratteristiche sono capaci di eseguire task complessi, intrattenendo e offrendo una UX dedicata e personalizzata. Solo per fare qualche esempio, un Task-Bot è capace di effettuare resi, cancellare ordini, inviare documenti, prenotare una visita medica, effettuare l’iscrizione degli utenti alla carta fedeltà e molto altro ancora. Proprio per questo possono essere versatili e scalabili, trovando utilizzo in moltissimi campi.

Dove si posiziona il chatbot Heres in tutto questo?

La nostra soluzione Enterprise rientra a pieno titolo proprio nella categoria dei Task-Bot. Anzi, in qualche modo la inaugura, almeno nel mercato italiano, perché nasce come una delle prime soluzioni enterprise in grado di eseguire operazioni complesse e integrarsi con l’intero sistema informativo di un cliente e con tutti i suoi channel, superando il concetto di Faq-Bot e di Conversational-Bot e aprendo la strada a un nuovo modo di comunicare con il cliente.

Inoltre, i Chatbot creati da Heres sono in grado di apprendere capitalizzando le esperienze conversazionali, aumentando il loro rendimento conversazione dopo conversazione e raggiungendo, nei casi più virtuosi, fino al 50% di contact reduction nel Customer Service.

Un obiettivo, un chatbot

I chatbot si prestano bene per ogni realtà aziendale, dal piccolo negozio di provincia alle multinazionali ma, come abbiamo appena imparato, non tutti danno il loro meglio in campi differenti e possono raggiungere anche risultati molto diversi da quelli sperati. Il nostro consiglio, quindi, è scegliere con cura il tipo di chatbot tenendo ben presente lo scopo che si intende raggiungere.

Se stai cercando un modo per rendere più efficiente il tuo customer service e promuovere il tuo brand, intrattenendo al tempo stesso i tuoi customers in maniera personalizzata e puntando sull’engagement, Heres è il Task-Bot perfetto per te!

Il tuo e-commerce ha bisogno di un chatbot?

Acquistare online è bello! Ma quando sorge una difficoltà o semplicemente un’incertezza a chi rivolgiamo? Non c’è alcun addetto alla vendita pronto a darci un suggerimento o un supporto. E se qualcosa va storto non c’è nessuno da cui tornare a lamentarsi. O meglio, qualcuno c’è, ma è invisibile, impalpabile. Telefonate, mail, lunghe code d’attesa e canzoncine di sottofondo, per avere un servizio che spesso è anche inefficace. Il customer service è croce e delizia per qualsiasi e-commerce. Indispensabile per la soddisfazione dei Clienti ma anche capace di inficiare il legame per sempre se non gestito adeguatamente.

Ecco allora 5 motivi per affidarlo ad un assistente virtuale:

1 – Gestisci in automatico le operazioni ripetitive. Da una parte abbiamo gli utenti, spesso frustrati dalle lunghe attese e dall’altra gli operatori, costretti a risposte ripetitive alle solite domande: “posso fare un reso?”, “quando arriva il prodotto?”, “non ho ancora ottenuto il rimborso!”, “posso modificare l’ordine?”, domande perfette per essere automatizzate. Come? Affidandole a un chatbot: un’interfaccia conversazionale e intelligente, capace di integrarsi con la propria piattaforma eCommerce o il CRM, e in grado di rispondere a domande semplici ma anche di risolvere task molto complessi, come una richiesta di reso, l’invio di una fattura, l’annullamento di un ordine, l’iscrizione alla newsletter e qualsiasi altra operazione automatizzabile.

2 – Hai un assistente 24h. Il chatbot risponde a qualsiasi ora di qualsiasi giorno e senza tempi di attesa: l’utente è contento perché risolve il suo problema e l’operatore di Customer Service è contento perché può concentrarsi su attività più complesse.

3 – Più efficienza, meno spesa. Maggiore efficienza e processi più snelli, grazie all’abbattimento di almeno il 30% delle richieste che arrivano, con un risparmio di denaro notevole: secondo una ricerca di Business Insider (The chatbot Explainer, 2016), solo negli Stati Uniti, il risparmio potenziale nel customer service sarebbe di oltre 23 miliardi.

maggiore efficienza dell'ecommerce grazie all'integrazione di un chatbot

4- Fai acquistare conversando. Un bot, come abbiamo detto, è un’interfaccia conversazionale, e in quanto tale non si limita a risolvere problemi, ma è in grado di migliorare l’esperienza d’acquisto dell’utente, proponendogli i suoi prodotti preferiti o le promozioni più allettanti, comunicandogli l’esistenza di coupon o sconti, avvisandolo quando torna disponibile un prodotto che aveva cercato.

5- Personal shop assistant, lead generation e marketing automation. Il chatbot può aumentare le vendite di uno store e migliorare la Customer Experience in una molteplicità di modi: può ad esempio aiutare un utente nella scelta della giusta taglia o del migliore regalo, proporre articoli simili o complementari a quelli già acquistati oppure seguire gli ordini non completati e i carrelli abbandonati oltre ad aiutare l’utente tramite dei trigger specifici sui problemi riscontrati lungo il percorso di acquisto nei diversi touchpoint. Insomma, un vero e proprio supporto all’acquisto in tutto il journey dell’utente.

Sono davvero tanti i motivi per cui ogni e-commerce ha bisogno di un chatbot, tanto che verrebbe da chiedersi: “come si può fare senza?”

Come i chatbot possono rivoluzionare il tuo business

Ordinare uno smartphone, controllare le previsioni del tempo, prenotare una visita medica: fino a poco tempo fa avremmo detto “c’è un’app per questo”. Oggi, e soprattutto domani, diremo “c’è un bot per questo”.

Siamo di fronte a un’evidenza: i chatbot stanno conquistando il mondo. Ma non è tutto merito loro. L’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante: Google, Facebook, Amazon, Microsoft stanno investendo miliardi su Machine Learning e Natural Language Processing. Ma il cambiamento viene dal basso: la vera rivoluzione a cui stiamo assistendo è il Conversational. Le app conversazionali hanno superato i social: 3 miliardi di utenti, contro i 2,5. Whatsapp, WeChat, Messenger, Telegram, Snapchat: a tutti piace chattare, conversare, chiedere e ottenere risposta.

E non solo con l’amico, il fidanzato, la cugina. Ma anche con il proprio e-commerce, la propria banca o la propria clinica. Non si telefona più, non si mandano mail e non si consulta il sito. Semplicemente, si conversa. Dunque, benvenuti nella Conversational Era.

Cosa si intende per Conversational Era?

Si intende che chiunque abbia un business, una domanda, un mercato si deve attrezzare. E lo deve fare in modo veloce, efficiente e innovativo.

Come? Le app sono comode, fresche e alla portata di tutti. Ma non consentono di gestire enormi flussi di richieste, tutti i giorni, a tutte le ore. Da qui il passaggio ai chatbot è breve: interfacce conversazionali capaci di completare ordini, effettuare resi e rimborsi, proporre prodotti a qualsiasi prezzo o in promozione, suggerire un abito o un paio di scarpe e gestire problematiche complesse. Il tutto in modo automatico, senza operatori, a qualsiasi ora di qualsiasi giorno.

ChatBot in numeri: cosa dicono i dati

Una soluzione, ma anche un’opportunità e soprattutto un cambiamento. Che a quanto pare, è già in atto. Così come emerge dai risultati del report di Oracle “Can Virtual Experience Replace Reality?”, per il quale sono stati intervistati 800 CMO, CSO, senior marketer e senior sales executive in Francia, Olanda, Sud Africa e UK:

il 78% delle aziende si aspetta di usare la Realtà Virtuale nella customer experience entro il 2020 e il 37% di esse ha già implementato a un qualche livello questa tecnologia; Il 44% delle aziende userà chatbot per interagire con il cliente entro il 2020, e il 36% li usa già; il 48% delle aziende ha adottato tecnologie di automazione per le vendite, il marketing e il servizio al cliente, e un altro 40% prevede di farlo entro il 2020.

Il momento è ora

Il mercato chiede, il mercato risponde. Sono già molte sia le startup che i grandi brand che si sono messi in moto. Facebook Messenger, da sola, ha già sviluppato più di undici mila chatbot.

I volumi sono grandi, le previsioni imponenti.

Le aziende, oggi, si trovano di fronte a un bivio. Alcune si limiteranno ad aspettare, altre avranno il vantaggio di essere state le prime a innovare e sperimentare. E probabilmente avranno già fatto la loro mossa: Digital Manager, CIO, COO saranno alla ricerca del prodotto migliore e magari avranno già fissato un meeting con una delle decine di start-up e tech-company che si occupano di Intelligenza artificiale e chatbot.

I tempi possono essere decisivi, come spesso accade. Ma quello che sembra certo è che, in ogni caso, chi prima, chi dopo, ci arriveranno tutte.

Benvenuti nell’Era dei Chatbot.

Benvenuti nell’era della Conversational AI.